Mani che coccolano,
dita che intingono il pennellino nello smalto rosso, rendendo le mie unghie di bimba piccoli rubini.
Dita su cui scivola la penna, che danza sulla carta a ritmo elegante e cadenzato, scrivendo filastrocche, cartoline e una volta l’anno la lettera alla Befana.
Mani che sanno essere attempate e incerte, tessendo lettere come merletti dalle dita della Befana.
Mani affusolate sul volante della Fiat 126 con notti magiche tra le dita, accompagnate dalle nostre voci che cantano a squarciagola un’estate italiana di qualche decennio fa.
Il sole torrido ha sbiadito le parole stampate su carta patinata, imprimendone il ricordo a caldo.
Mani che pazientemente lisciavano i ricci di una preadolescenza che implorava d’essere pettinata, per arruffarsi alle prime sensazioni umide.
Mani che componevano e-mail e messaggi Skype quando molti chilometri ci allontanavano, come dita sui tasti di un pianoforte.
Mani che conoscono la grafia dell’Amore, tessendo tra le righe di parole dette e mai pronunciate.
Tutti i diritti riservati – All rights reserved © 11/05/2020