“Ora quando suonerò il fischietto datevi una spinta premendo forte i piedi per terra” disse Ottavio alle cento persone connesse su zoom quel sabato mattina.
Un giorno apparentemente senza rilevanza nel calendario e invece quel sabato fu un punto di svolta epocale.
La popolazione rinchiusa in casa da mesi, imbavagliata con mascherine e ammanettata con guanti in lattice, si stava preparando a scendere in piazza, compatta come nessuno si sarebbe mai immaginato.
Tutto nacque da una fantasia utopica di Ottavio, che da anni allenava squadre di nuotatori e amava particolarmente il momento in cui il suo respiro scivolava nel fischietto e fuoriusciva a tutta velocità, facendo tuffare più persone contemporaneamente.
Ottavio contemplava ogni volta quei piedi che si staccavano dal trampolino e per un istante volavano, lasciando la terra che li rassicurava per lanciarsi nel vuoto e poi nell’acqua, dove avrebbero abbandonato ogni pesantezza.
Sì, l’essere umano poteva, anzi doveva osare e scardinare le caviglie dalla morsa dei pesantissimi gioghi che per anni avevano dato l’illusione di ancorare i piedi a terra. Ogni radice che potesse creare una relazione tra la pianta, del piede, e il terreno era stata avvelenata.
Ottavio amava le sfide ed era riuscito a riunire cento temerari su zoom, tra allenati, familiari e amici degli amici. Queste persone a loro volta ne avevano contattate altre e quando le autorità si accorsero di cosa stava accadendo era troppo tardi. A nulla servirono gli allarmismi su profili zoom hackerati o le apocalissi planetarie scongelate all’ultimo momento: le persone non avevano più paura e niente avrebbe potuto fermarle.
Una domenica d’estate le strade furono invase da una processione silenziosa di persone nude, con addosso solo una mascherina, un paio di guanti in lattice e un fischietto al collo.
Arrivati nella piazza principale dei loro paesi si tolsero i guanti, presero il fischietto, lo infilarono sotto la mascherina e respirarono all’unisono.
Premendo i piedi forte a terra si diedero uno slancio e nei pochi secondi di volo si tolsero le mascherine.
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Annamaria Bortoletto 