GIORNI SUCCESSIVI

I giorni succedutisi ai primi tre sono stati costellati da sensazioni ed interrogativi similari, relativamente alla disintossicazione da iperconnessione. Ci sono stati tuttavia due eventi che hanno leggermente dirottato il mio flusso di coscienza.

Venerdì mattina arriva una mail dall’aeroporto di Vienna in cui mi viene comunicato che il mio telefono non é stato rinvenuto.

Impossibile.

Domenica sera mi era caduto dal bus navetta che mi aveva portata all’aereo, era stato raccolto, portato al personale di bordo che aveva annunciato del ritrovamento per ben due volte. Peccato che io, intenta a frugare disperatamente in borsa ed incredula nel non trovare il mio talismano, non avessi ascoltato nulla. Se viene annunciato il ritrovamento di un oggetto smarrito e nessuno lo rivendica, il personale di bordo ha l’obbligo di lasciarlo a terra. Ecco consumata la perdita tutt’altro che smart del mio phone.

Il telefono doveva quindi essere in aeroporto, non poteva essere sparito! La mail, generata automaticamente, mi aveva fatto salire il sangue alla testa ed ero ormai pronta a varcare la soglia del negozio di telefonia mobile vicino a casa per far trasferire il numero ad un’altra SIM, acquistando un bel cellulare modello “tavoletta egizia” e chiudere definitivamente quest’attesa iperconnessa. Fortunatamente star distesa sul lettino dell’estetista ha sedato la furia reazionaria accendendo in me un barlume di buonsenso.

Ho scritto quindi alla mia amica Elisabeth, che ero andata a trovare lo scorso fine settimana, chiedendole se per cortesia potesse fare un giro di perlustrazione in aeroporto nei giorni successivi.

A questo punto ho quasi quasi desiderato che l’aggeggio incriminato non fosse stato trovato, per portare a termine la mia azione dimostrativa contro il logorio della vita moderna, compiacendomi successivamente della rivoluzione copernicana avvenuta.

Sabato mattina Elisabeth ha chiamato la compagnia aerea e qualche ora dopo nella mia casella di posta brillava la comunicazione dell’ufficio oggetti smarriti che l’aggeggio del desiderio era stato ritrovato!

Rullo di tamburi, lacrime di commozione e riassestamento del neurone. Beh, ora che il nemico immaginario tornerà alla legittima proprietaria sarebbe sciocco buttarlo via. Lo conserverò con maggiore attenzione fino al suo (e mio) completo esaurimento. Una volta accertatane la morte ufficiale, deciderò se farlo reincarnare in un altro corpo o se decretare la fine della mia epoca moderna.

 

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